3.1.1 Guida metodologica: Buone pratiche in contesti comunitari

22. BUONE PRATICHE FORNITE DALL'UNIVERSITÀ DI PADOVA (ITALIA)

In Italia, le scuole sono tenute per legge a preparare un Piano Offerta Formativa che deve includere attività extracurricolari opzionali di naturaartistica a cui studenti e studentesse di quella scuola possono partecipare durante il pomeriggio. Nell'ambito del progetto Scuole aperte, ogni scuola orete di scuole può richiedere un finanziamento per attività artistiche al Ministero dell'Istruzione. Nella grande maggioranza dei paesi europei,insegnanti d'arte specializzati formati principalmente come artisti (professionisti), devono anche seguire una formazione professionale perinsegnare. Questo significa che per poter insegnare nelle scuole pubbliche (e non solo nelle lezioni extra-curricolari, in cui artisti professionistipossono essere coinvolti in diversi paesi, per esempio in Grecia, Italia, Finlandia, Slovacchia e Slovenia), artisti professionisti devono completareanche la formazione professionale per insegnanti.

Diversi paesi (Repubblica Ceca, Francia, Italia, Portogallo, Slovenia e Regno Unito) hanno raccomandazioni legali per le scuole e altre organizzazioni in relazione all'offerta di attività artistiche extra-curricolari. In Italia, le attività artistiche offerte si concentrano in particolare sulteatro e la musica.

L'arte italiana ha influenzato diversi movimenti importanti nel corso dei secoli e ha formato diversi grandi artisti, tra cui pittori, architetti e scultoriche è il motivo per cui l'Italia ha un posto importante nella scena artistica internazionale rivolgendosi al grande pubblico con importanti gallerie d'arte, musei e mostre. L'Italia ospita il maggior numero di siti patrimonio dell'umanità dell'UNESCO (58) che possono essere visitati durante la Notte dei Musei, che si svolge in Italia dal 2005. L'Italia ha 4 città nominate capitali europee della cultura: Firenze, Bologna, Genova, Matera.

Gli Istituti Italiani di Cultura (circa 100 in Italia) sono impegnati non solo a conservare e archiviare documenti storici, ma a conservare e diffondere i contenuti di quei documenti, in altre parole a conservare e diffondere la memoria culturale italiana. Sono anche profondamenteimpegnati a comprendere e sviluppare modelli innovativi di apprendimento, soprattutto quelle soluzioni che attualizzano l'insegnamento della storia (intesa in ogni senso: il punto di vista sociale, economico e politico).

Secondo statista.com la promozione dello sviluppo culturale fa parte dei 12 principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana. Nel 1985, per sostenere le arti e l'industria culturale, il governo italiano ha istituito un fondo per le arti dello spettacolo chiamato "Fondo Unico perlo Spettacolo" (FUS). Il sistema produttivo culturale e creativo è suddiviso in sette settori: architettura e design, comunicazione, musicale e audiovisivo, libri, carta stampata ed editoria, videogiochi e software, musei e istituzioni culturali analoghe, spettacolo.

Come cita Santovito (2017) le industrie culturali e creative sono al terzo posto in Italia dal punto di vista occupazionale dopo il settore dellecostruzioni e della ristorazione e l'industria alberghiera. Grazie all'importante contributo intellettuale, l'industria creativa è caratterizzata da un'alta concentrazione di capitale umano.

Negli ultimi anni sono stati promossi alcuni progetti in varie regioni d'Italia per sostenere le industrie creative in crescita. Alcuni esempi sono: Incredibol!, Roma Provincia Creativa, Agenzia Campania Innovazione.

Secondo l'Agenda Europea per la Cultura - uno degli elementi chiave del successo sembra essere la capacità di identificare alcuni rappresentanti della comunità che possono costruire un ponte tra la comunità e l'istituzione, lavorando come mediatori e ambasciatori.

Uno studio recente che ha coinvolto l'analisi dei dati del Progetto Italiano Cultura e Benessere ha scoperto che l'accesso culturale è stato ilsecondo fattore più importante per il benessere psicologico soggettivo superando fattori come l'occupazione, l'età, il reddito e l'istruzione (Grossi etal, 2010 & 2012).